Le quali cose mentre io considero sciolto da ogni prevenzione e partito, quanto ammiro ossequioso i tratti sublimi della provvidenza divina, che a governo e cura d'ogni Chiesa particolare ha destinati i sagri Pastori che s'affaticano instancabili nella coltura del campo evangelico, tanto umile adoro quella speciale premura, che a sostegno e rinforzo della necessaria unità ha voluto aggiungere un soprintendente e Pastore universale, che veglia alla coltura, istruzione e difesa di tutti. E non so comprendere come vi siano tra i Pastori particolari alcuni così sconoscenti ed improvvidi, che dimentichi d'essere anch'essi pecore del divin Gregge in paragone del supremo Pastore, e posto in non cale ogni vantaggio che dalle paterne sue cure hanno riportato, dichiarino aspra guerra al divino suo trono, e facciano ogni sforzo per ruinarlo. Miseri, che non s'avvedono di non poter'agire utilmente la propria causa senza sostenere quella del Romano Pontefice, e che prima d'ogni altra vacilla la loro, se cade l'universale giurisdizione del Papa. Glielo ha detto assai chiaro Benedetto XIV.(576), allorchè scrisse che suam causam agunt, cum supremi Pastoris auctoritatem propugnant & sustinent; quoniam si hujus jura evertuntur, paullatim pariter inferiorum Praesulum jurisdictio nutabit & corruet. E molto prima di lui lo aveva lasciato scritto S. Pier Damiano in quelle memorande parole(577) degne d'essere scolpite a caratteri d'oro sopra ogni cattedra vescovile, nelle quali assicura che, Hac stante, reliquae stant: sin autem haec, quae omnium fundamentum est & basis, obruitur, caeterarum quoque status necesse est collabatur.
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