L'impostura [252] è smentita abbastanza da Natale Alessandro(584): e se mancano adesso le indicate parole ne' codici che ci restano, non è da credersi che non fossero in quello di cui faceva uso il S. Dottore; tanto più che sappiamo dalla settima sessione del Concilio di Firenze; che S. Cirillo aveva parlato assai bene del Papa, e Torriano ci assicura d'aver letto un greco frammento in cui s'incontravano parole a queste molto conformi(585). Meditatele senza pregiudizio e colla dovuta attenzione, e son certo che non vi resterà più alcun dubbio sull'immediata ingerenza che aver deve sopra i Fedeli delle altrui diocesi il Romano Pontefice, e sul diritto ch'egli ha di tutti istruirli e correggerli opportunamente, e spero che in tutt'altro oggetto mi occuperanno in appresso i vostri comandi, ambiti da me con ogni premura a solo intento di riuscirvi di qualche vantaggio colle mie istruzioni, e di dimostrarmi qual sono
LETTERA VENTESIMASECONDA.
La suprema podestà del Papa non esclude l'ordinariapodestà che hanno i Vescovi di castigare
gli Eretici.
La replica che fate all'ultima mia lettera mi persuade dello sbaglio che ho preso inviandovela. Io m'era ideato di dovervi riuscire di qualche noja e rincrescimento per essermi troppo diffuso nel mostrare che ha il Romano Pontefice sopra gli Eretici di qualunque diocesi immediata podestà coattiva non meno de' Vescovi che ne hanno cura speciale: ma voi mi dite anzi che vi ha recato sommo piacere la stessa mia diffusione, e vi lagnate piuttosto perchè non abbia detto qualche cosa di più, e non pago d'averla accennata non mi sia alcun poco fermato a provare anche quella de' Vescovi rispettivi.
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