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      E questa mancanza vi ha sorpreso per modo, che non dubitate d'aggiungere scherzando, che l'ho fatta questa volta da buon Curialista romano, che tutto intento a sostenere il Papato poco si cura di difendere la podestà vescovile. L'ultima imputazione non la passo neppure detta per burla; e voglio che restiate persuaso che non uso con voi alcuno strattagemma e finzione, nè per fini indiretti nascondo alcuna di quelle verità, che io credo opportune alla vostra istruzione.
      Se poi mi permettete che io vi parli colla mia solita sincerità, neppure posso approvare il desiderio che mostrate di nuove prove e conferme sul punto indicato. Dopo che io v'ho scritto con S. Paolo(586), che hanno i Vescovi la verga pastorale atta a correggere ogni disubbidienza, e che la correzione de' colpevoli come in ogni altra ben sistemata società è da considerarsi nella Chiesa di Dio come una delle principali incombenze dell'apostolico ministero, e dopo che tutti i testi e ragioni, che v'ho addotte per dimostrare la podestà che hanno i Romani Pontefici di castigare gl'increduli, ben lungi dall'escluderla ammettono anzi e vogliono anche quella de' Vescovi, che vi restava a cercare di più per [254] essere pienamente convinto? Non è questo un'averla accennata semplicemente, ma un'averla dimostrata a dovere: e quel di più che si poteva addurre preso o dal comando che fa loro S. Paolo(587) di trattare i malvagi con asprezza ed impero, o dalle riprensioni che fa S. Gioanni ai Vescovi di Pergamo e di Tiatira(588), perchè trascurati nell'adempire un così essenziale dovere, o dall'espressioni di Gesù Cristo medesimo, che reputa indegni del nome di Pastore quelli che non l'adempiono(589), o dalla pratica in fine d'ogni età e nazione, sarebbono state prove più luminose bensì e più moltiplicate, ma non necessarie a rendervene meglio informato, e a farvi comprendere quanto irragionevole sia e mal fondato l'erroneo sentimento di Febronio, che col Fleury chiama nuova l'asserzione di S. Tommaso, il quale nel libro contro Guglielmo di S. Amore insegnò, quod Papa habeat immediatam jurisdictionem in omnes Christianos(590). Deh! non m'obbligate di grazia a cose inutili in un'argomento sì vasto, nel quale appena avremo campo di toccare a dovere le più necessarie, e permettetemi piuttosto che con un'utile digressione vi somministri qualche lume, che può meglio scoprirvi l'indole e carattere dell'una e dell'altra podestà, e dileguare dalla vostra mente quelle tenebre, che con maliziose invenzioni e storte massime gli amatori del libertinaggio spargono per ogni dove per far sì che o si distruggano a vicenda o restino entrambe inoperose ed inutili.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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