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      Non esige questo il bisogno della diocesi, non lo permette il buon'ordine, ed è contraddetto da quella stessa Verità, da cui si suppone originata immediatamente anche la podestà vescovile, alla quale non meno che ad ogni altra subordinata facoltà hanno intimato S. Pietro e S. Paolo di star soggette e di rispettare le podestà superiori, anzi dal testo medesimo di S. Cipriano(605), del quale abusano sì spesso i nostri avversarj per sostenere i loro spropositi. Non dice egli che tutti i sagri Pastori abbiano il vescovato in solidum, come pure avrebbe dovuto dire se avesse riconosciuti tutti i Vescovi adorni di quella pienezza d'autorità che risiede nel solo Romano Pontefice, giacchè così porta la frase presso i giureconsulti, secondo i quali vogliono interpretare S. Cipriano, cioè che sente l'intero peso del debito ciascuno di quelli che tenentur in solidum: ma S. Cipriano dice che hanno in solidum non tutto ma parte del vescovato, che è appunto ciò che io ho loro accordato colle accennate limitazioni e dipendenze; ond'è che, come riflette assai bene il P. Bianchi(606), quell'in solidum non si deve intendere secondo il pieno della cosa, di cui si parla, ma per quella somiglianza e conformità che ha il tutto colla parte, e vuol dire, che Gesù Cristo ha così disposte le cose, che come l'unità della Chiesa universale risultar doveva dall'unità del suo Capo, così in ogni Chiesa particolare non vi doveva essere che un sol Vescovo Capo visibile anch'esso, fondamento ed origine dell'unità della sua diocesi.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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