L'illimitata estensione in somma e l'indipendenza è ciò ch'io ricuso di conoscere ne' subalterni Pastori, non la sublime loro condizione e [261] carattere: e tutti li riconosco per ministri di Gesù Cristo, successori in qualche modo degli Apostoli, veri principi ecclesiastici, Padri de' Padri, Sacerdoti sommi, vicarj di Cristo ed Angeli della Chiesa, coi quali nomi, al riferir di Mamachi(607), sono stati distinti ed onorati sì spesso dagli antichi Padri e Concilj, purchè non pretendano d'essere indipendenti e dispotici d'ogni ecclesiastico stabilimento. Vedo anch'io che nella mia supposizione non tutti i casi saranno soggetti alle loro Chiavi, non tutte le persone che abitano nella diocesi saranno pienamente soggette alla loro giurisdizione, non tutte le cause saranno terminate nel loro tribunale, non tutti i Beneficj saranno da loro distribuiti, nè saranno giudici della Fede se non quando chiamati dal loro Capo ed uniti con lui al corpo del sagro episcopato agiranno di concerto nel decidere le controversie di Fede non ancor definite: ma questo nè toglie che in tant'altre e sì numerose maniere esercitar non possano l'ordinaria loro vescovile podestà, ed i vincoli che incontrano, e dai quali vengono stretti nel nostro piano più che dall'altrui superiorità dal bisogno che ha la Chiesa di conservare l'unità e il buon'ordine, restano compensati in maniera e dal maggior lustro che acquista la loro tiara tra gli splendori del sagro triregno e da quelle opportune istruzioni che ricevono nelle più difficili e complicate faccende e dalla solidità in fine che ottengono appoggiati ad una base sì ferma ed immobile, che si mostrano improvvidi affatto que' Vescovi che li ricusano, e chi li disapprova e combatte non tende a meno che alla depressione e ruina totale di se medesimo.
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