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      Il diritto che aveva di conservarsi e diffondersi anche colla forza; bastava allora che fosse indicato in qualche modo a nostra istruzione e governo; e lo fu di fatto nell'indicate maniere, le quali se non provvedevano abbastanza alla difesa e tranquillità de' Fedeli lasciavano però libero il corso a quei segni invincibili d'evidente credibilità, che la dovevano rendere trionfante in appresso, ed erano più che bastevoli a giustificare quella pratica che sarebbe stata adottata in tempi meno burascosi e difficili.
      Imitò la Chiesa nel suo incominciamento il contegno del diletto suo Sposo, il, quale vestito di spoglia mortale e passibile non volle esercitare quel dominio sopra tutte le cose, che aveva come figlio di Dio; e chiamato a decidere le liti civili si protestò, che non era questa la sua incombenza; e fuggì quando volevano vestirlo di regie prerogative e divise, dichiarando d'essere venuto al mondo non per esser servito ma per tutto consacrarsi all'altrui bene e vantaggio. Non lasciò però nello stesso tempo di dare qualche indizio di quel sovrano diritto altissimo, che a lui essenzialmente competeva come a figliuolo di Dio. Ne diede segni non ambigui e quando dichiarò, che non era soggetto al tributo, e quando precipitò gl'immondi animali nel mare, e quando inarridì la sterile ficaja, e quando contro la forma dalle leggi prescritta assolvette l'adultera, e finalmente quando flagellò i profanatori del Tempio e rovesciò i soldati. Fece lo stesso la Chiesa ne' primi tre secoli; e destinata nel suo nascere a stendere nell'umiliazione e sofferenza le profonde radici del suo inalzamento e sprovveduta d'ogni temporale sussidio non fece allora mostra di quella maestà e potere, ch'era dovuta al sublime suo grado, e vinse il furore e le insidie dei persecutori e degli Eretici più colla pazienza e dolcezza che coll'autorità e rigore.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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