Abbiamo nel cadere del quarto secolo il ricorso fatto dai Fedeli perseguitati nella Persia ai Fedeli di Roma per essere liberati dalle ingiuste vessazioni, che soffrivano da quell'idolatrico governo: e sappiamo altresì la prontezza colla quale l'Imperator Teodosio stimolato da Attico Vescovo di Costantinopoli accolse le loro suppliche e le secondò, movendo per questo una giustissima guerra contro l'empio Re Isdigerde. Spiacerà ai nostri contraddittori [274] di vedere in questi fatti approvate fin dal quarto secolo non che le più violente coazioni in affari di Religione, ma le crociate istesse dell'undecimo secolo e le guerre del Messico, per le quali si movono ai dì nostri tanti rumori: ma converrà che lo soffrano in pace, non essendovi luogo a dubitarne dopo che da Teodoreto(650) e Niceforo(651) sono stati sì bene autenticati e giudicati ancora ragionevoli e giusti, senza che alcuno abbia ardito di criticarli per molti secoli; tanto più che non queste sole ma confermano mirabilmente il mio assunto le maniere usate coi Donatisti nell'Africa, cogli Ariani in Oriente, coi Gioviniani in Italia e co' Priscilianisti nelle Gallie, dove troviamo la Chiesa sempre eguale a se stessa occupata in questo genere di coazione. Esortati più volte senza profitto a ravvedersi i Donatisti, furono poi chiamati in giudizio, privati della comunione de' Fedeli, e da Costantino e da altri sovrani atterriti con multe e confische(652). Furono gli Ariani dal Concilio Niceno percossi coi più solenni anatemi; indi furono abbruciati da Costantino i loro libri(653), ed essi stessi banditi da Teodosio(654); Gioviniano ed i suoi seguaci dopo le condanne di alcuni Concilj e di Siricio Romano Pontefice(655) furono colle piombate percossi per ordine di Onorio, e confinati in un'isola della Dalmazia ed in altri disagiati paesi(656). Condannati i Priscilianisti delle Gallie da varj Sinodi, furono in più guise dall'una e dall'altra podestà riconvenuti giudizialmente; e per le importune istanze del Vescovo Idacio furono alla fine da Massimo strascinati all'estremo supplicio(657): e se riuscì ad Urbico di scansare il rigore del Tiranno, non potè però evitare quello del popolo fedele, dal quale fu lapidato.
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