Ne parla così chiaramente S. Leone, che non solo le nomina, ma le descrive anche a colori assai vivi; e ne accenna con tal precisione le funzioni ed il metodo al nostro consimile, che il Padre Cacciari editore delle sue opere ha creduto bene d'impiegare nell'Esercitazioni, che vi ha premesse, due capitoli, il nono cioè e il decimo, per trattare de Romana S>. Leonis M. in Manichaeos Inquisitione. Sentite come ne parla S. Leone stesso dopo d'averla descritta con molta accuratezza: Non sufficiat, egli dice(688), quod actum est, sed eadem Inquisitio perseveret, quae hoc, auxiliante Deo, consequetur, ut non solum qui recti sunt, incolumes perseverent, sed etiam multi, qui diabolica seductione decepti sunt, ab errore revocentur: e come scrive altrove(689); de voragine impietatis suae confessos poenitentiam concedendo levavimus. Dalle quali parole si rileva assai bene, che S. Leone prevenne colle sue pratiche non il solo rigore del tribunale presente, ma anche la singolare clemenza, che usa con chiunque pentito confessa spontaneamente i suoi falli.
Prima di lui aveva accennata anche S. Agostino una forma consimile di Inquisizione praticata in Cartagine contro i Manichei(690), della quale dice di aver'avuti gli atti dal Diacono Quodvultdeo. Anch'egli ha proceduto(691) contro l'Eretico Vittorino Suddiacono reo di manicheismo, e dopo un formale giudizio lo ha deposto dall'Ordine chiericale, ed ha procurato che fosse cacciato da Ippona; Eumque coercitum pellendum de civitate [281] curavi; avvertendo il Vescovo Dauterio sul finir della lettera, che petenti poenitentiae locum tunc credatur, si & alios, quos illic novit esse, manifestaverit vobis non solum in Malliana, sed in ipsa tota omnino provincia.
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