LETTERA VENTESIMAQUARTA
Origine del tribunale dell'Inquisizione
delegata.
Siccome fra i contrasti, che dalla pietà dei Fedeli e dall'autorità dei Pastori hanno incontrati gli Eretici, in vece di ravvedersi, si sono studiati d'inventare nuovi artifizj e maniere più insidiose per superarli; così la Chiesa si è creduta in dovere di tentare nuove strade per impugnarli e difendersi. E questa necessità è appunto ciò che ha fatto nascere nei paesi cattolici quel tribunale, che fornito di permanente autorità delegata dal Romano Pontefice si vede ora eretto in varj regni e provincie e ad altro non mira che a difendere per vie giuridiche la Chiesa di Gesù Cristo e la Religione de' Fedeli. Già v'ho detto altrove che non era mai mancato in lei chi acceso di santo zelo ne aveva occorrendo sostenute le parti; ed ora i Vescovi dalle loro cattedre, ora i Concilj dai loro congressi, quando i Romani Pontefici per se medesimi, quando per istraordinarj delegati e vicarj, ed i Fedeli stessi talvolta spontaneamente s'erano mossi a combattere l'ereticale perfidia, e colla voce e colla penna e colla forza e con ogni maniera di utili provvidenze avevano procurato di soggiogarla e conquiderla. Siccome però non tutte erano riuscite d'ugual profitto, e col crescere della loro ostinazione e protervia si erano scoperte in qualche incontro inutili e talvolta anche perniciose le confutazioni e le dispute e le stesse pubbliche penitenze e censure, e di poco profitto le miti, e non sempre regolari condanne di flagellazioni, di multe, di carcere e d'altre discrete pene temporali, fu costretta in fine a dover permettere da prima ed a comandar poi che i pietosi sovrani frenassero con più sonore vendette il loro orgoglio.
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