Le più colte ed oneste persone, che si trovano nei rispettivi paesi, sono quelle che si danno loro per consultori nelle [312] difficili cause, e per officiali del loro tribunale: e sono per lo più del ceto più qualificato e distinto, se quelle si eccettuano che sono destinate a più minute e laboriose occupazioni, le quali per altro non lasciano d'essere delle più morigerate ed oneste del loro ceto. Questa è in sostanza la forma, che ha adesso il tribunale del S. Officio in Italia. E perchè non crediate ch'io abbia ideate o descritte cose, che non sussistono, aggiungo che quanto vi ho esposto lo potete rincontrare nel Van-Espen(745), autore per verità non sospetto di tropp'affezione e parzialità, se non ha lasciato di esporlo altrove in quel tristo aspetto che accenna l'autore della sua vita(746). Del merito de' soggetti che lo compongono ei non ne parla: ed è bene che si sia diportato così, chè non si potevano aspettare che calunnie e strapazzi da un sì impudente favoreggiatore ed avvocato del giansenismo, trattandosi di ministri zelanti dell'onor di Dio e della S. Sede: ma è cosa notoria per se stessa, e per le circostanze che l'accompagnano evidentissima. Nulla dirò di quelli che vivono tuttora, de' quali non si potrebbero esaltare le rare prerogative senz'offenderne la modestia: ma per averne di tutti un'idea ben vantaggiosa basta solo che riflettiate, essere stati Capi di questo tribunale, o per dir meglio Prefetti dell'indicata suprema Congregazione, tutti quegli uomini sommi, che da Paolo III. sino ai giorni nostri hanno con tanta gloria governata la Chiesa; e che tra i suoi Cardinali Inquisitori generali v'hanno avuto luogo i Bellarmini, gli Sfondrati, i Lauria, i de Lugo, i Noris, i Ferrari, gli Orsi e tanti altri sommi teologi e uomini dottissimi, che hanno onorata la sagra porpora, ed hanno lasciato dopo di se un nome immortale.
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