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      Così avrebbero dovuto fare secondo le loro forze e potere i nostri contraddittori per procedere con quella sincerità, che ad onest'uomo conviene, e fu in tant'altri sì commendevole. Per coprire i difetti di pochi avrebbero trovati meriti e perfezioni più che abbondanti in S. Domenico, in S. Pietro martire, in S. Pietro d'Arbues, in S. Gioanni da Capistrano, in S. Pio, nel B. Bartolomeo da Vicenza, nel B. Gioanni di Salerno, negli otto martiri Tolosani, [329] ne' beati Gualla e Corrado, nell'Eimerico, in Diego Deca, in Vincenzo Bandelli, in Silvestro Mazzolini, in Leandro Alberti, nel Campeggi, nel Galamini, nel Mazza, nel de Orestis, nel Maccarinelli ed in cent'altri uomini sommi e per dottrina sì rinomati, che chiaro tuttora risuona il loro nome nella letteraria repubblica, e per probità tanto eccellenti, che o sono già stati in gran parte sollevati agli onor degli altari, o ne sono riputati da chi li ha avuti in pratica non immeritevoli. Ma avevano costoro ben'altre mire da quelle de' Romani Pontefici; ed erano regolati da ben altri principj che da quelli dell'onestà. Per arrivare al pessimo loro intento di screditare il nostro tribunale hanno raccolti con somma diligenza tutti i difetti de' meno dotti e meno morigerati, e con soprafina malizia li hanno esagerati e trasportati dalle persone alla carica, senz'accennare neppur di volo la perfezione ed il merito d'infiniti altri, dai quali ritrar poteva non piccol lustro e splendore. Noi lasciamo che questi immondi animali si ravvolgano nel lezzo delle loro immondezze; e sicuri che i difetti dell'amministratore non possono pregiudicare alla carica, contentiamoci di difender questa dalle ingiuriose opposizioni, che la combattono direttamente, e tentano di offuscarla nel più bello splendore del suo regolamento e sistema.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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