Provvederebbe all'altro la Camera apostolica? ma qual non soffrirebbe ella aggravio insopportabile dalla moltipliche, di tanti e sì dispendiosi individui, quanti esser dovrebbono gl'Inquisitori, che il ben pubblico chiama e moltiplica per ogni dove? I Vescovi? ma se non hanno per ordinario come supplire al proprio mantenimento ed a quello de' poveri della loro diocesi, come potranno assoggettarsi al nuovo dispendio? Le Comunità rispettive? ma se riuscì loro gravoso un tempo il mantenimento delleCarceri e de' carcerati, e furono per ciò esentate da un tal peso, che sarebbe l'aggiunta di ministri così dispendiosi? Non avrebbero a mio credere alcun termine le dissensioni, ed altro rifugio non troverebbe la loro sussistenza che o ricorrere alla pietà de' Fedeli, che somministrasse loro quanto bisogna o alla soppressione di qualche monastero o Beneficio, che trascurate le pie intenzioni [342] de' fondatori, volgesse le rendite al conveniente mantenimento de' nuovi delegati apostolici. E questo sarebbe al certo assai coerente alla moderna pratica, che nulla sa fare di bene senza distruggere un'altra cosa ben fatta; e quello sarebbe conforme all'antica religiosità de' primi Cristiani: ma l'uno sembra a me quasi impossibile, l'altro non è affatto esente da moltissimi inconvenienti.
Non essendo le fatiche degl'Inquisitori così frequenti e sensibili, come quelle degli altri sacerdoti, che annunciano la parola di Dio ed amministrano ogni giorno i sacramenti, chi può sperare che in tanta decadenza di fervore e pietà, le obblazioni de' Fedeli fossero per riuscire sufficienti, se spontanee, o non odiose e rincrescevoli, se carpite a forza delle loro mani?
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