Il sentimento è di Leonardo Vellio, che ne stende la massima a tutti i Sovrani cattolici, de' quali egli non crede che si possa dubitare, quin Reges prudentissimi longo temporis experimento docti austriacae ditioni perniciem semper ab Haereticis intentari, dudum conceperint animo sensum eundem, ut reputent ab iisdem (i ministri del S. Officio) sceptrum sibi regnumque vindicari(807). Non si pensa così, almeno da molti ai giorni nostri, e v'è pur troppo e chi dubita dell'utilità della sua esistenza e chi l'ha giudicata così perniciosa, che non ha avuto difficoltà di sopprimerlo. Ed io credo che non avrebbe potuto trattenere le lagrime il buon Vellio suddetto, se dal florido stato, in cui lo vide ai suoi giorni, lo vedesse ora ridotto in tanta calamità e miseria: e interrogato da chi lo ha debilitato o soppresso di ciò che sembrasse a lui di una tale impresa, credo che non avrebbe saputo rispondere che colle parole di quel Cavalier Romano, il quale interrogato dall'Imperator Valentiniano di ciò che credesse intorno la morte data ad Ezio valoroso capitano dell'Impero, intrepido rispose che hoc ipse videret bene an male; se tantum scire, quod sibi dexteram [372] altera manu incideret(808). Non altra risposta aspettar si potrebbe certamente dal Vellio interrogato al nostro proposito; e si darebbe da lui con tanto maggior senno, quant'è, a parere di S. Fulgenzio(809), l'esercizio della Religione: più di quello dell'armi utile alla sicurezza e tranquillità de' regni e de' sovrani: magis enim christianum regitur & propagatur Imperium, dum ecclesiastico statui per universam terram consulitur, quam cum in parte quacumque terrarum pro temporali securitate pugnatur.
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