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      Ma nemico com'egli si mostra di tutto l'Ordine ecclesiastico, e sostenitore troppo appassionato della podestà secolare, non merita alcuna fede; ed i savj e religiosi Pastori non cesseranno mai di approvare i sentimenti giustissimi del Seripando riportati dal Cardinal Pallavicini nella storia del Concilio di Trento(835), che nel sostenere i privilegi dei Regolari meritarono l'approvazione di tutti, a differenza di Monsig. Martelli, il quale incontrò il comune disprezzo per aver voluto riprovare con soverchio ardire le piccole esenzioni, privilegi e diritti che si lasciavano ai Regolari più a difesa della loro attività e a loro migliore regolamento interiore, che a ricompensa delle loro fatiche(836). Io non farò che adattare agl'Inquisitori ciò che disse allora il Seripando parlando della sola predicazione, che quadra a meraviglia anche al nostro proposito, e mostra ad evidenza come la vescovile dignità viene dalle loro fatiche sollevata piuttosto che avvilita e depressa. Nascere diss'egli la loro opportunità non dalla incapacità e negligenza de' Vescovi, come pure si è immaginato taluno, ma dalla misera condizione della natura umana, che inferma e debole com'è non basta a supplire alle gravi e moltiplicate incombenze senza il soccorso di molti, e dall'esser le cure del Vescovato, e per la moltiplicità de' Fedeli, e per esser giunte al più bel colmo di sua perfezione, cresciute per modo, che non può il solo Vescovo supplire a tutto esattamente e siccome ha bisogno e di Parrochi e Pastori inferiori, fra i quali divider la cura dell'amministrazione dei sagramenti, e per una più immediata e frequente assistenza alle sue pecorelle di altri coadiutori ministri, che le pascano senza ritardo con salutari istruzioni; così ha bisogno di giudici delegati, che a lui si uniscano per castigare gl'increduli: e quest'aiuto essere tanto più da desiderarsi da loro, quanto è maggiore l'influsso che riceve dalla [382] principale sorgente della loro grandezza, quanto più intralciati e difficili riescono per ordinario questi affari, e quanto è più pericoloso il correggere che l'istruire.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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