E per quanto si vogliano dai più misericordiosi risparmiati i colpevoli, saranno sempre da eccettuarsi certi casi, nei quali tutti i dottori con Giulio Claro(869) hanno dichiarata la tortura necessariissima, perchè non venga trascurato alcun mezzo conducente o a salvar l'innocente, o a condannare con maggior sicurezza il colpevole, e ut reus salvus sit innocentiae et supplicio, come con Ulpiano dice il Boemero dove insegna di proporzionare la tortura alla qualità degl'indizj ed all'altre circostanze, o perchè lo esige l'atrocità del delitto e la moltiplicità dei delinquenti, come vuole il Mattei(870), tutto che non molto favorevole ai tormenti. Lo stesso S. Agostino(871), che loda Marcellino, perchè anche nei maggiori delitti non cercava la confessione per mezzo dell'eculeo o degli uncini o del fuoco, approva però che la cercasse con quelle verghe e flagelli, che usava anche la Chiesa ne' suoi giudizi. Non possono adunque i nostri contraddittori servirsi con buona fede, della di lui autorità, se non per escludere quelle indiscrete torture ebarbare carnificine, che non ha mai nè approvate nè usate il tribunale del S. Officio: tanto più che nel luogo stesso, di cui tanto abusano i nemici delle questioni criminali, confessa che non è da omettersi una tal pratica, e che la esige il bene della civile società: In his tenebris, sono le sue parole, vitae sociali sedebit judex ille sapiens, an non sedebit? sedebit plane. Constringit enim eum, et ad hoc officium pertrahit humana societas, quam deserere nefas ducit: alle quali parole facendo eco S. Isidoro Pelusiota, così scrisse ad Ausonio; Cum sapiens veritatis inventum habeas multiplicem tormentorum machinam, timore ad judicium utere: quandoquidem te terrorem improbis divina lex constituit(872).
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