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      Leggetelo voi nella narrazione suddetta, ed anche nella confessione di S. Efrem, che si hanno tradotte da Gerardo Vossio, e presso il Bollando nel tomo 1. di febrajo; e se trovate che allora giovarono i tormenti non che a salvar gl'innocenti ed a punire i colpevoli, ma anche a far sì che S. Efrem istesso per esservi stato presente restasse viemeglio persuaso della dipendenza che hanno le cose nostre da Dio, e ricevesse maggiori stimoli a continuare la gloriosa carriera di santità, che consumò poi felicemente, voi conchiudete che tra i pericoli, che s'incontrano in questi casi, non mancano da sperarsi molti vantaggi ed ajuti opportuni. Anche nel punto, in cui sembra che la veemenza del dolore o l'imperizia del giudice sia [396] per soverchiare l'innocenza de' miseri processati, non si può diffidare della provvidenza divina, che accorse più volte in loro difesa, e coll'interposizione de' più fervorosi suoi servi e con espressi prodigj li salvò dal non meritato castigo, come si legge nella vita di S. Tommaso di Villanova e di varj altri Santi.
      Io per altro sono persuaso, che se i nemici di questa pratica invece di scorrere con occhio veloce questa materia sopra certi moderni libercoli(874), che si contentano di accennare con affettata oscurissima brevità le cose, ch'hanno trovate esposte con eguale inesattezza sopra altri libretti consimili, o che non hanno copiate dai libri antichi, e forse dai soli dizionarj, che le obbjezioni e gli errori, si fossero posti a studiarla con maturità sopra i principali dottori, che hanno trattato di questa materia con grande accuratezza, come in Domenico Bannes(875), che dimostra ad evidenza la necessità de' tormenti, e scioglie quante mai sode difficoltà far si possono in contrario, in Leonardo Coqueo(876), che chiama l'opposto sentimento contrario all'autorità de' SS. PP., ed in Tommaso Hurtado(877), che lo chiama erroneo e temerario; e se avessero avuta la degnazione d'informarsi meglio da qualche savio giudice di ciò che succede in simili incontri, avrebbero imparato ciò che mostrano di non sapere, cioè che anche adesso, come ai tempi di Tertulliano(878), etiam confessis difficile creditur, e che adesso ancora si usa tutta la diligenza, ne quid omnino, com'egli soggiunge, mali hominis delitescat, aut desit aliquid instruendae ad sententiam veritatis, e si vuole che la confessione estorta fra i tormenti sia corredata dallo scoprimento di quelle più minute circostanze del fatto, che non possono esser note se non a chi ha commesso il delitto, e verificate in processo e ratificate poi dal reo stesso fuori della tortura lasciano appena un qualche luogo all'inganno.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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