Io son tanto lontano dal crederlo crudele per quello che ha praticato colle streghe, che temo anzi che possa essere rimproverato talvolta di troppa condiscendenza, o almeno che debba dirsi più premuroso di stabilire regolamenti, onde rendere impossibile ogni ingiusto gravame, che sollecito di procurarne il castigo. Ma di questo difetto non parlo, perchè come v'ho detto, tale non può comparire ai nostri avversarj; nè può esser tale in un tribunale, che ha fissata nella pietà la base del suo contegno, e non castiga che mosso e sforzato dalla necessità. Non sia questa la norma e misura de' vostri comandi, ma ogni benchè lieve motivo, v'induca a farmene partecipe: ed assicurandovi che mi riusciranno tanto più graditi quanto più liberi e frequenti, mi dico al solito
LETTERA TRENTESIMAQUINTA
L'Editto del S. Officio è ragionevole e giusto.
Mi fate torto con premettere tante scuse e complimenti al quesito, che mi fate nell'ultima vostra, se possa o no essere attribuito a crudeltà l'Editto del S. Officio, che obbliga tutti i Fedeli a denunciare gli Eretici e Sospetti di eresia; e a denunciarli anche senz'aver premessa quella fraterna correzione, che è tanto conforme allo spirito della carità evangelica. Io vi ho promesso di prestarmi prontamente ad ogni vostra ricerca; e voi dovete servirvi di quella libertà, che vi accorda e l'antica nostra amicizia e la mia promessa, senza tante scuse e complimenti importuni. E questo sia detto una volta per sempre. Rispondo ora alla vostra interrogazione, e dico che l'Editto del S. Officio, fondato sulle provvide disposizioni della Costituzione di Gregorio IX.(929) e di varj altri Sommi Pontefici, non solo non è crudele, ma provvido e giusto; e chi pensa al contrario mostra o di non averlo ponderato abbastanza, o di non averne compresa l'importanza e lo scopo.
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