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      E se prestiamo fede a S. Girolamo(966), furono femine quelle che in ispecial modo professarono e propagarono l'error di Pelagio. E Pikardo ristoratore dell'infame setta degli Adamiti nella Boemia non si servì, come racconta Enea Silvio ovvero Pio II(967), della plebe più vile per ottenere il vergognoso suo intento? E, come racconta il Varillas(968), non fu riputata utile dall'empio Gulielmo Farel l'opera di teneri fanciulletti e di sordidi bettoglieri per dilatare con oscene canzoni il calvinismo in Ginevra? E per sostenere e dilatare il giansenismo in Francia non si servirono i moderni settarj e del vilissimo Diacono Paris e di cento donne visionarie e convulse? Non è dunque irragionevole, che si senta nel tribunale del S. Officio gente sì fatta; nè questo ridonda in aggravio dei pretesi colpevoli, se tutte quelle diligenze e cautele si usano, che prescrivono le regole e pratiche esattissime per evitarlo. Vogliono queste che non dei soli loro detti, ma della stessa loro condizione, età, stato e credito si tenga esattissimo conto, nè permettono che si valuti la loro testimonianza più di quello che merita la condizione di ciascuno. Quindi è, che in questo tribunale, a differenza d'ogni altro, non si procede mai, almeno in cause di qualche mole, ad atti irretrattabili, senza che preceda un lungo esame ed un'intero processo per rilevare colla possibile sicurezza tuttociò, che può accrescere o debilitare il [431] il credito de' testimoni fiscali, e rendere più o meno efficace la loro deposizione; e tanto più crescono le diligenze, quanto maggiore è il pericolo; nè mai si omettono nelle cause di sollicitazione, nelle quali essendo stati per necessità delle cause medesime abilitati a far prova anche i testimonj singolari (giacchè nei delitti, che ammettono contestura, la singolarità dei testimonj è soggetta alle medesime regole, le quali vegliano negli altri tribunali), questa necessità, che tornar potrebbe a danno degl'inquisiti, è compensata da mille altri riguardi, che si hanno prima di venire a qualche gravosa risoluzione.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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