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      Che se dopo un'esame così diligente ed un'esatta consulta nulla si scopre di concludente a favore del reo, voi vi anderete ideando, che sia concluso l'affare, e che actum sit de Sejano. Eppure non è così. Resta ancora un'altro esame non meno [432] diligente e pietoso o avanti il S. Padre, se la causa lo merita, o avanti i soli Eminentissimi Inquisitori generali, se la causa non esige d'essere portata al trono pontificio; i quali avendo sott'occhio col sommario della causa anche il parere de' Consultori, ne considerano il valore, e bencompresi tutti i meriti della causa, piegano per lo più alla più mite risoluzione, se pure dopo tante diligenze ed esami al sorgere di qualche dubbio o il S. Padre o gli Eminentissimi Cardinali non obbligano gli avvocati a dare in iscritto il loro voto, com'è succeduto talvolta. Ed è sì cauta la sagra Congregazione nel procurare che in queste esecuzioni non segua cosa alcuna, che riuscir possa di aggravio degl'inquisiti, che vuole che si registri la maniera di tali esecuzioni, e si fa contestare dai rei medesimi nei loro costituti, per vendicarne gli oltraggi, se fossero mai stati strapazzati dai suoi ministri in mal punto. Io venero e rispetto ogni altro tribunale, che veglia instancabilmente alla difesa e sicurezza della repubblica e de' cittadini, e tengo per certo che in ognuno si osservi per lo più con ogni esattezza ciò che prescrivono le leggi: trattandosi però di carcerazione, sono certo che niuno ha mai usate, nè può usare diligenze sì grandi per non errare, nè alcuno ve n'ha, che vantar si possa di essere in questa parte così favorevole ai rei, come è quello del S. Officio.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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