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      L'istesso Giuseppe Boni, benchè condannato già contumace ed abbandonato al braccio secolare, e già abbruciato in istatua, caduto poi in mano del tribunale fu in tempo di cambiare col pentimento l'ultimo supplicio col carcere(976). Che se succede talvolta, ciò che ai dì nostri è divenuto rarissimo, che il tribunale intraprenda la causa di qualche Eretico già trapassato, neppur'allora si dimentica egli delle soavi sue maniere; e sempre costante nel suo metodo favorevole ai rei, per supplire a quelle difese, che far non possono per se stessi, non li molesta per puro sospetto, non si contenta delle prove ordinarie, ma esige le straordinarie, nè li condanna, se la formale loro eresia non è notoria e provata a tutta evidenza, e non ha sentiti quanti avvocati e congiunti vogliono parlare in loro discolpa. Tutte in somma adopera in queste cause quelle cautele e più miti e favorevoli pratiche, che troverete raccolte ne' più accreditati scrittori, e mancano negli altri tribunali, qualora si tratta di condannare la memoria di chi ha offesa la maestà di un sovrano.
      Se questo contegno e metodo di procedere, che si ha indicato in tutti i libri, i quali trattano di materie spettanti al S. Officio, che io non vi ho citati minutamente nel riferire le sue pratiche per non istancarvi con un'infinita serie d'inutili citazioni, contenga cosa discorde dal retto ordine della giustizia e dalla pietà della Chiesa, lascio a voi la libertà di deciderlo. Io dico francamente che chi lo disapprova è irragionevole; chi lo chiama ingiusto è un calunniatore; chi crede che sia crudele è un pazzo.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





Giuseppe Boni Eretico S. Officio Chiesa