Or qual può mai idearsi nel vasto regno dell'umana politica provvidenza di questa più salutare e lodevole, che col solo nascondere i suoi andamenti viene ad impedire moltissimi delitti senza recare se non che a pochi la molestia del meritato castigo? Non è questo il costume, che vien lodato comunemente, della serenissima Repubblica di Venezia, ed è di sì gran vantaggio alla sicurezza e quiete de' felici suoi Stati?
Voi però avete che replicare, e mi dite, che se gli altri tribunali osservano il silenzio, questo non è perpetuo, e se non sempre, nel termine almeno della causa si pubblicano i processi, e sanno i rei a suo tempo a chi debbono restar'obbligati delle loro vessazioni ed angustie. Non così nel S. Officio, che tace sempre, e nasconde anche i nomi dei testimonj a quegl'infelici che risentono il danno dalle loro deposizioni. Oh quanta premura avete voi mai di passare alla seconda parte di questa lettera! Fermatevi ancora un poco sulla prima; perchè sebbène nella vostra replica vi siate mostrato abbastanza disingannato di ciò che viene opposto al prudenziale contegno e religioso silenzio del tribunale, mi resta però ancora da rimovere dal vostr'animo quell'opinione, che mostrate di avere, che mai [454] non si pubblichino le cause del S. Officio, la quale per verità è falsissima. Non si pubblicano per le ciarle sempre mal sicure ed incerte di private persone, dalle quali sarebbe da desiderarsi appunto che non si pubblicassero giammai neppure negli altri tribunali: ma per vie giuridiche, o coll'autorità del tribunale medesimo chi vi ha detto che non si pubblicano?
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Repubblica Venezia Stati S. Officio S. Officio
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