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      Supposte le indicate premure favorevolissime ai rei, e le diligenze ed esami che sono stati premessi prima di stabilire universalmente la legge del segreto, chi non si sarebbe immaginato, che dovesse tacere per sempre la vana politica, e persuasa che il tribunale non vuole la morte dei rei, ma la loro conversione e salute, fosse per vivere tranquilla sull'integrità dei personaggi, che vi presiedono, e sull'equità e giustizia delle leggi che lo assistono, che non lasciano luogo al minimo aggravio del più disgraziato colpevole? Ma costei ha tutt'altra mira, che la difesa di pochi scellerati ed increduli; e questo è il motivo, per cui non ha mai cessato di molestarlo per questo lato, che ha creduto meno corredato di opportune difese e ripari. Perchè tace e nasconde i nomi de' testimoni, il S. Officio non può essere tollerato. Quest'è la più ripetuta ed esagerata opposizione, che s'incontri contro di lui. Non v'è libro scritto per iscreditarlo, che non la ripeta sì spesso, che ne prendono talvolta nausea gli stessi nemici del tribunale; e l'autore delle considerazioni sopra la lettera di Carlo III. vi s'impegna per modo che non prende a considerare che questo punto, e lo svolge ed assottiglia con tante cavillazioni e sofismi, che mostra assai meglio l'impegno ch'egli ha di combattere la pratica del S. Officio, che di dimostrare l'irragionevolezza e l'ingiustizia della medesima. Ma intanto giace il libro in quell'oscurità, che si è meritata più per le sue falsità ed inezie, che pel nome odioso del suo autore, e la pratica del tribunale sussiste tuttora nella conveniente osservanza, ed il saggio tribunale senza esporre ad alcun pericolo quelli, che in qualunque maniera cooperano con lui alla difesa della cattolica Religione, pone freno ai seduttori ed increduli, e disprezza con ogni ragione tutte le sciocchezze che si vanno inventando contro di lui.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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