E creda pure l'appassionato Giannone che se è stata l'alienazione che egli chiama innata nei Napoletani che ha fatto nascere tanti disturbi per motivo del Sant'Officio, l'alienazione stessa non è nata che dalla malizia de' miscredenti, cui non ha potuto resistere una volta la pietà e costanza del governo che a costo di grandi stragi e disturbi, e forse moltiplicata troppo [462] in seguito non ha creduto bene di combattere nella stessa maniera il non men savio e prudente governo che domina presentemente. Che quest'avversione sia nata dall'indicata sorgente si può rilevare assai bene dal libro 32. della sua storia e da varj altri libri d'increduli usciti alla luce colà anche ai giorni nostri. Nè altro si doveva aspettare e dai clamori e calunnie di que' Mori ed Ebrei, che scacciati dalle Spagne ebbero asilo nel regno di Napoli, e dalle insidie e maldicenze de' Valdesi mentovati poc'anzi, e da quella intemperante libertà di filosofare che dopo aver preso piede in Germania, in Francia ed in Inghilterra occupò rapidamente anche la misera Italia, ed in Napoli specialmente a detta dello stesso Voltaire fu accolta con maggior applauso, ed incontrò più colti veneratori e seguaci, e si diffuse poi ampiamente anche nell'animo de' meno istruiti e perspicaci. Ma torniamo al segreto di cui meno di tutti può lagnarsi Pietro Giannone, che non lascia di raccontare a lungo nel libro indicato(1032) gli sconcerti nati in Napoli nell'anno 1641. per l'incauta pubblicazione del processo di Suor Giulia di Marco, e le funeste conseguenze, che ne vennero in seguito.
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