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      Eppure si riscalda anch'egli moltissimo su questo argomento, e vuole che il silenzio del tribunale del S. Officio sia alla giustizia ed allo Stato ingiuriosissimo. Così mutano costoro il nome alle cose, o per dir meglio, prevengono le accuse per evitare que' rimproveri, ch'essi soli hanno meritato. Imperocchè, a prendere l'affare senza passione e nel suo vero aspetto, non è il tribunale del S. Officio, che colle sue pratiche riesca ingiurioso ai sovrani; sono que' scrittori napoletani, che per disapprovarle in qualunque maniera recano una gravissima ingiuria al loro Stato, mentre per dimostrare il bisogno della controversa manifestazione de' testimonj portano per lo più l'infedeltà di quei popoli, e la facilità che hanno di deporre il falso anche con giuramento per ogni piccolo lucro e motivo; e vengono quindi a spacciare tutto quel regno, i di cui cittadini sono stati sempre la gloria della cattolica Religione e veri difensori della Chiesa Romana, come li chiamò Leone IV., per un'unione di gente facile agli spergiuri ed. inganni, maligna, infedele e bugiarda, senza che possa essere frenata non che dalle umane ma neppur dalle leggi e naturali e divine. [463]
      Ho addotti fin'ora i motivi più forti che persuadono il contrastato segreto: questi però non bastano forse nello scrupuloso vostro tribunale a farvi decidere che egli è irreprensibile, e che sono ingiusti tutti i clamori di chi lo combatte; ed il potersi dare un qualche caso, in cui sia così necessaria la manifestazione dei testimonj, che senza di lei debba ad ogni modo l'innocenza soccombere, e cader vittima infelice della crudeltà e dei calunniatori, che la perseguitano, e del tribunale, che li ha malamente ascoltati, e con maggiore irregolarità li ha nascosti, vi tiene forse ancor sospeso circa la ragionevolezza ed equità di uno stile, che non preclude ogni strada all'ingiustizia ed aggravio.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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