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      Imperocchè quantunque questi sussistessero in quella quantità, che disdice ad un giudice religioso ed onesto, non sarebbero da attribuirsi al tribunale, che li ha vietati, ma all'ingordigia piuttosto di qualche ministro particolare, che senza sua saputa e consenso li avrebbe malamente accettati. Temo però, che questa soverchia abbondanza non possa essere prodotta dai nostri contraddittori senza ripugnare a se stessi: mentre se è vero, che gl'Inquisitori sono sempre stati odiosissimi, come vanno spargendo per ogni ridotto, non è possibile che tanti siano concorsi ad ossequiarli, e siano stati così copiosi i regali. Qual'odio è mai questo di nuova invenzione, che invece di dispetti ed aggravj altro non ha prodotto che finezze e favori? Io poi domando inoltre chi siano mai stati i più liberali e prodighi con questi che erano odiati da tutti e potevano contribuire sì poco al vantaggio degli altri? Sono stati forse i rei o i loro aderenti, i quali per liberarsi dai meritati castighi abbiano corrotta l'integrità dei giudici con officiosi regali? Ma questo non è combinabile con le molte e severe giustizie, che vanno esagerando ogni poco per far comparire odiosissimi gl'inquisitori; e ripugna al loro stesso carattere, che se non si deve credere, com'è di fatti, onestissimo, ha almeno tutto il diritto di non essere riputato affatto dissoluto ed infame, come diverrebbe infatti, se a fronte di tante pene e censure, che in questo più che in altro tribunale sovrastano a chi è venale nell'amministrazione della giustizia, si lasciassero corrompere da ossequj e regali: e la loro ingordigia, e la sciocca prolusione di chi donasse loro qualche cosa a questa fine si potrebbe appena scusare dalla taccia di vera pazzia; non potendo questi nudrire alcuna speranza di ottenere l'intento, perchè le cause per lo più non dagli Inquisitori particolari, ma hanno il loro compimento dalla suprema Congregazione, nella quale, liberalissima com'è con tutti, non può in alcuna maniera cadere un tal sospetto nè potendo quelli lusingarsi con ragione che restasse nascosto e andasse impunito il grave loro misfatto, [476] perchè sono sempre malcontenti gli Eretici, ed è troppo ampia la strada, che lascia alle querele e ricorsi il tribunale di Roma, e troppo costante il rigore, che usa in simili mancamenti.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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