E il tribunale del S. Officio, che esenta tutti i rei anche da queste spese, si potrà chiamare avaro ed ingordo? Siamo in un tempo in cui tutto si travisa e confonde; e ne abbiamo vedute e sentite tante, che nulla ci deve sembrare strano, e nulla sorprendere. Soffriamo adunque anche questa calunnia ingiustissima, e preghiamo il Signore, che mandi giorni più quieti e sereni, onde io abbia tutt'altra occasione che questa di dovere smentir calunnie sì mal fondate e maligne per ubbidire ai vostri comandi, e dimostrarmi qual sono
LETTERA QUARANTESIMA.
Confutazione di un libro stampato in Pavia in difesadella tolleranza indiscreta.
Non sono andato lungi dal vero quando dalla leggerezza del dubbio, che avete mosso nella penultima vostra, ho argomentato che nulla o poco più vi restava da ricercare sul soggetto, di cui trattiamo. Mi ringraziate di fatti nell'ultima lettera dell'incomodo, che mi sono preso per istruirvi, e vi protestate obbligatissimo alla mia attenzione, che ha avuto il buon esito di spregiudicarvi affatto in cosa di tanto rilievo. Se è così, io mi rallegro con Voi; ma non accetto ringraziamenti, perchè il vostro disinganno è un compenso più che bastante alle passate fatiche; e dopo di aver soddisfatto per quanto ho potuto alle mie promesse altro più non mi resta, che aggiungere qualche altra cosa per confermare vie meglio quanto vi ho già detto, e farvi conoscere sempre più il desiderio che ho ardentissimo di giovarvi in ogni possibile maniera. È uscito anni sono in Pavia dalle stampe del Galeazzi un libretto(1060) su questo argomento, il quale all'usanza de' Protestanti più indiscreti chiama il tribunale del S. Officio terrificum tribunal Inquisitionis haereticae pravitatis, plenum minarum et caedis quod rudioribus saeculis, ac dominante feroci quodam hominum ingenio invectum, Religiosis viris demandatum est.
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