Ma se poi prendete quindi il destro di conchiudere, che sono dunque e colpevoli e punibili, trova egli nelle sue incoerenze sicuro scampo, e ve li descrive tutti come poveri ignoranti, che d'altro non abbisognano, che d'istruzione e preghiera: quilibet enim suae sectae adhaerens sibi videtur pro veritate pugnare(1070). E perchè non si creda che la loro persuasione nasca da cattiva disposizione di animo, ripete con Salviano il sentimento, che attribuisce a tutti i Padri, e dice(1071) che bono animo errant, non odio, sed affectu Dei. Non è a queste dissimile la contraddizione, che io scopro tra la pagina 160. e la 325., nella prima delle quali parlando di quegli Eretici, che sono negligenti nel ricercare la verità, o non vogliono credere per non essere obbligati ad operare, ma non recano altro danno o molestia dice schietto, che juste inferri posunt corporales paenae, quibus negligentia considerandae veritatis excutitur, ac volens amplectitur quod antea nolebat, vel si cognitae veritati pertinaciter resistit, merito plectitur vitium voluntatis: ma se ne dimentica all'altra pagina, e dice francamente, che princeps injustam vim pacifico Haeretico inferre intelligitur, si in eum legibus paenalibus saeviat. A queste pene assoggetta(1072) tutti quelli che non contenti di creder male, spargono studiosamente il loro errore: quo in casu ultro, fatemur, ei dice, seductorem per paenas ab iis, ad quos id spectat, coerceri posse, ac debere: ma li assolve poco dopo(1073), dove dice, Imperatorem animadvertere jure posse in Haereticos inquietos ac pertarbatores publicae Religionis, non vero in pacificos, qui vel domi alienam Religionem colunt, vel solis rationibus pugnare contenti, nihil adversus publicum cultum ac societatem moliuntur.
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Salviano Padri Eretici Haeretico Imperatorem Haereticos Religionis Religionem
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