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      Se v'è chi per frenare la barbarie de' Gentili, che in sì strane e crudeli maniere vessavano gl'innocenti Cristiani, e li sagrificavano alle bugiarde loro Divinità, chiama ingiusta la loro condotta, ed in affari di Religione preferisce la persuasione alla forza, questo basta perchè si abbiano per disapprovatori delle pene temporali, che si danno agli Eretici dopo d'averli istruiti, le quali poi non sono mai gravi, se a dispetto delle paterne ammonizioni e consigli non s'ostinano nel loro errore(1084). Quegli stessi, che con insoffribile errore hanno dichiarati innocenti gli Eretici, e per aver errato di buona fede li hanno esentati non che dai presenti ma anche dai futuri castighi dell'altra vita, sono opportuni al suo intento.
      Esagero io forse, e trasportato dall'impegno di sostenere le pratiche della Chiesa romana attribuisco al nostro Pavese sentimenti e pratiche, che non ha ammesse giammai? Leggete questa meschina Operetta, e vedrete che non esagero; e comparirà anche meglio la sua mala fede e stranissima maniera di pensare e di ragionare, se vi farete ad esaminare le sentenze di que' Padri, dell'autorità de' quali presume di poter'abusare per sostenere l'indicato suo ruinoso sistema. Il solo addurli dimostra un gran dissesto di mente: imperciocchè quand'anche fosse a lui riuscito di trovarne qualcuno, il quale o troppo pieno di quell'eroica sofferenza, che la Chiesa ancor bambina aveva praticata ne' primi tre secoli, o poco informato di quello stato di prosperità e splendore, che le andava preparando la provvidenza divina ne' fedeli sovrani, avesse confuso il diritto col fatto, e da quello che aveva lasciato di eseguire in addietro avesse dedotto fuor di regola, come facevano i Donatisti, e fa il Tollerantista Pavese(1085), che non lo doveva eseguire giammai, non ne riporterebbe alcun danno la nostra causa, non dovendo recar meraviglia che nella gran variazione di cose succedute dopo i tempi infelici dell'idolatriche persecuzioni siano risultati discordi e varj i sentimenti degli uomini.


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Della punizione degli Eretici e del Tribunale della S. Inquisizione
Lettere apologetiche
di Vincenzo Tommaso Pani
pagine 736

   





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