Quis mente sobrius Regibus dicat; nolite curare in regno vestro a quo teneatur vel oppugnetur Ecclesia Domini vestri? Non ad vos pertinet in regno vestro quis velit esse sive religiosus sive sacrilegus; quibus dici non potest; non ad vos pertinet in regno vestro quis velit pudicus esse vel impudicus? Cur enimr cum datum sit divinitus homini liberum arbitrium, adulteria legibus puniuntur, sacrilegia permittuntur? An fidem non servare levius est, animam Deo quam foeminam viro? Per lui l'ignoranza non iscusa affatto; [499] che anzi aggiunge poco dopo, che si ea, quae non contemptu sed ignorantia Religionis committuntur, mitius vindicanda, numquid ideo negligenda sunt? ed è poi così lontano dall'ammettere l'indifferenza in affare di Religione, che, come vi ho accennato altrove, neppure ha creduto possibile che un'opinione sì stramba cader potesse in mente umana. Non v'è castigo, ch'egli creda maggiore di un tanto eccesso, e la multa di dieci libbre d'oro fissata da Teodosio, che avevano allegata i Cattolici, per difendersi dalle vessazioni dei Donatisti: la chiama mitissima(1099); Quid autem(1100) mansuetius sit quam ut coercitione damnorum tanta vestra scelera multarentur? Giusta chiama nella lettera a Vincenzo(1101) la confisca dei beni, che decretò Costantino, il quale primus costituit in hac causa, ut res convictorum et veritati pervicaciter resistentium fisco vindicarentur. Mite chiama l'esilio, ch'era loro intimato dalle leggi sovrane(1102); mitiora in eos constituit Imperator propter mansuetudinem christianam; exilium vobis voluit inferre, non mortem: e lo spoglio dei beni sagrilegamente usurpati, e le deposizioni dai loro gradi ed impieghi, e le stesse opere laboriose, alle quali fossero con
| |
Regibus Ecclesia Domini Deo Religionis Religione Teodosio Cattolici Donatisti Quid Vincenzo Costantino Imperator
|