Spiega egli in più luoghi la parabola delle zizzanie, e dice che quella riserva, che ha voluto insinuare Gesù Cristo con questa non ai soli Ecclesiastici, ma a tutti i Fedeli, non risguarda i soli delitti di Fede, ma tutti i delinquenti; e dice che il solo pericolo di cagionare un. maggior danno può [507] giustificare la nostra inazione, come io stesso ho detto nella lettera 10. Esclude nella lettera a Donato Prete(1135) quel rifugio, che come i Tollerantisti moderni cercavano i Donatisti una volta nella libertà, che accordò Cristo agli Apostoli, se, come i discepoli, risoluti si fossero di abbandonarlo; Numquid et vos vultis abire(1136)? Spiega altrove tutte le altre testimonianze, che recano dalla Scrittura i Donatisti; e voi potete rincontrare le sue risposte, addottate tutte da me nelle passate mie lettere. Siccome a tre capi riduce il nuovo avversario le principali dimostrazioni della sua tolleranza indiscreta; così su queste, benchè siano state toccate anch'esse a sufficienza, mi fermo qualche poco, perchè restiate vie meglio persuaso, che nulla ha lasciato S. Agostino senz'efficace risposta, e che i Tollerantisti moderni dopo tanti secoli non hanno saputo opporre altro, che quello ch'era stato inventato una volta dai Donatisti, e sciolto in più luoghi dal medesimo S. Dottore. Vogliono costoro essere tollerati nei loro errori; 1. perchè così porta la cristiana ed ecclesiastica lenità e dolcezza; 2. perchè così ci hanno insegnato col loro esempio Gesù Cristo e gli Apostoli; 3. perchè così esige la natura di nostra Fede, che non è vera e gradita, se non è volontaria, nè per altra strada dev'essere insinuata, che per quella dell'istruzione e consiglio.
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