Ecco com'egli se lo propone in bocca dei Donatisti nella lettera a Vincenzo(1142): non invenitur exemplum in evangelicis et apostolicis Literis, aliquid petitum a Regibus terrae pro Ecclesia contra inimicos Ecclesiae. L'obbjezione è concepita ne' termini stessi, coi quali viene oggi proposta contra i rigori che usa la Chiesa. Ma che risponde egli mai il S. Dottore? nient'altro che quanto abbiamo risposto anche noi ai Tollerantisti moderni nella lettera 20.; e dice che altro era lo stato della Chiesa sotto i principi idolatri, e persecutori, altro quello, cui doveva essere innalzata sotto i sovrani cattolici. Allora quelli fremevano contro di lei; adesso sono pronti ed obbligati a proteggerla: onde non deve recare alcuna meraviglia, se soffriva allora pazientemente le loro persecuzioni, e implora adesso il loro ajuto, e permette e vuole che esercitino a suo scampo e difesa quell'incombenze, che loro ha imposte la provvidenza divina, ed hanno essi incontrate nel santo battesimo: Quis negat non inveniri? Sed nondum implebatur illa prophetia: Et nunc Reges intelligite: Erudimini qui judicatis terram; servite Domino in timore. Allora imitavano, egli dice, i sovrani il Re Nabucco, che sforzava i buoni ad adorar gl'Idoli, ed abbruciar faceva quelli, che non volevano ubbidirlo: adesso devono questi imitare lo stesso Re, che umiliato decretò pene gravissime contra coloro, che lo bestemmiavano: decrevit in regno suo, ut quicumque blasphemaret Deum, Sidrac, Misac, et Abdenago paenis debitis subjaceret.
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