Richiami alla memoria il vostro Pavese i sentimenti già indicati e ripetuti tante volte da S. Agostino, e si penta di avere attribuite a lui con tant'impudenza opinioni contrarie; e si contenti ch'io creda, che se non ha traveduto nel leggere S. Agostino, trasportato dall'impegno in cui era di sostenere una tolleranza indiscreta, ha dovuto essere meno sincero degli altri. E voi appoggiato ad una autorità così evidente e sicura fatevi largo fra le nemiche schiere; e se trovate chi vesta bugiardamente le sue divise, come il Pavese, o chi la disprezzi, come fa il Limborch, il quale ha la temerità di dire, che S. Agostino è stato tollerante finchè ha dovuto combattere coi Manichei, dei quali aveva un tempo approvati gli errori, ma era poi divenuto intollerante coi Donatisti; e come fa il Bartolotti, che nella sua esercitazione ha il coraggio di scrivere, che S. Agostino è stato tollerante finchè ha avuto in mente i prepotenti Ariani, ed è poi divenuto intollerante quando ha veduto di poter prevalere contro i Donatisti; non usate con costoro altre armi, che quelle della derisione e disprezzo; che non merita l'onore di seria risposta chi non sa combattere che con isciocchezze, e con ingiurie e menzogne. Se poi v'incontrate con chi fornito d'altre ragioni ed argomenti voglia rinnovare con voi la stessa tenzone, fatevi coraggio, e combattete da forte appogiato ai sodi principj di S. Agostino, che io vi ho sviluppati nel passato carteggio, chè siete sicuro della vittoria, e non può la contesa aver'altro fine che quello ch'ebbero in Cartagine le conferenze dei Cattolici coi Donatisti: Confutatos a Catholicis Donatistas omnium documentorum manifestatione pronuncians.
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