(405) de Inconst. in Fide cap. 34. num. 135.
(406) Il nostro Commissario Generale, pur di difendere e minimizzare le realtà della sua Istituzione, si spinge sino alla menzogna. Infatti ben sapeva, come Qualificatore nel relativo processo, che Cagliostro, da Papa Pio VI (a capo della Congregazione dell'Inquisizione si riservava le sentenze più importanti...!), venne formalmente condannato a morte nonostante avesse abiurato e non fosse mai stato precedentemente inquisito. (N. d. R.)
(407) in Philip. 8. & in Vatin.
(408) Ep. 185. al. 50. cap. 8. n. 32.
(409) Opusc. Quod animi mores corporis temperamentum obsequantur. tom. 5. Oper. Hip. & Gal.
(410) Narratione 16. De pessima Haereticor. morte cap. 1. 2.
(411) Baron. ann. 436. n. 5.
(412) Epist. 100. al. 127. ad Donatum num. 1. Epist. 134. al. 160. ad Apringium Procos. num. 4.
(413) Quaest. 5. caus. 23. can. 47.
(414) Lib. 2. cap. 23. n. 43.
(415) Giovanni Bockelson da Leida insieme agli anabattisti Knipperdolling e Bernhard Krechting furono giustiziati sulla piazza del mercato di Münster, alla presenza del vescovo Franz von Waldeck, il 22 gennaio 1536. I tre furono consegnati uno dopo l'altro al carnefice, che strappò loro con tenaglie roventi pezzi di carne in varie parti del corpo, finchè ormai agonizzanti non furono finiti a colpi di pugnale. Secondo varie testimonianze soltanto Giovanni Bockelson sopportò quelle atroci sofferenze senza un lamento. I tre cadaveri furono poi appesi in gabbie di ferro sul campanile della chiesa di S. Lamberto.
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