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      Non è un trattato scientifico, non sono indagini recòndite stai doveri. Mi pare che l'obbligazione di èssere onèsto e religioso non abbia d'uopo di venir provata con ingegnosi argomenti. Chi non tròva tai pròve nella sua cosciènza, non le troverà mai in un libro. È qui una pura enumerazione dei doveri che l'uòmo incontra nella sua vita; un invito a porvi mente ed a seguirli con generosa costanza.
      Mi sono proposto d'evitare ogni pompa di pensièri e di stile. Il soggètto sembravami esigere la più schietta semplicità.
      Gioventù della mia patria, òffro a te questo picciolo volume, con desidèrio intènso che ti sia stimolo a virtù e coòperi a rènderti felice.
     
     
     
      CAPO PRIMO.
     
      Necessità e pregio del dovere.
     
      All'idèa del dovere l'uòmo non può sottrarsi, ei non può non sentire l'importanza di questa idea. Il dovere è attaccato inevitabilmente al nòstro essere; ce n'avvèrte la coscienza fin da quando cominciamo appena ad avere uso di ragione; ce n'avvèrte più fòrte al crescere della ragione, e sèmpre più fòrte quanto più questo si svòlge. Parimenti tutto ciò ch'è fuòri di noi ce ne avvèrte, perchè tutto si règge per una legge armoniosa ed etèrna: tutto ha una destinazione collegata ad esprimere la sapiènza e ad eseguire la volontà di quell'Ènte che è causa e fine d'ogni còsa.
      L'uomo pure ha una destinazione, una natura. Bisogna ch'ei sia ciò ch'ei debb'èssere, o non è stimato degli altri, non è stimato da sè medesimo, non è felice. Sua natura è d'aspirare alla felicità ed intendere e provare che non può giungervi se non essèndo buòno, cioè essèndo ciò che dimanda il suo bène in accòrdo col sistèma dell'univèrso, colle mire di Dio.


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Dei doveri dell'uomo
di Silvio Pellico
Casa Editrice Italiana Milano
1873 pagine 79

   





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