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      Se nel tèmpo della passione siamo tentati di chiamare nostro bène ciò che s'oppone al bène altrui all'ordine, non possiamo però persuadèrcene; la cosciènza grida di nò. E cessata la passione, tutto ciò che s'oppone al bène altrui, all'ordine, mette sèmpre orrore.
      L'adempimento del dovere è talmente necessario al nòstro bène che pure i dolori e la mòrte, che sembrano èssere il più immediato nòstro danno, si cangiano in voluttà per la mente dell'uòmo generoso che patisce e muòre coll'intenzione di giovare al pròssimo, o di conformarsi agli adorabili cenni dell'Onnipotènte.
      Èssere l'uòmo ciò che ei dèbb'èssere, è dunque ad un tèmpo la definizione del dovere e quella della felicità. La religione esprime sublimemente questa verità, col dire che egli è fatto ad immagine di Dio. Suo dovere e sua felicità sono d'èssere quest'immagine, di non voler èssere altra còsa, di voler èssere buòno, perchè Dio è buòno e gli ha dato per destinazione d'innalzarsi a tutte le virtù e diventare uno con Lui.
     
     
     
      CAPO SECONDO.
     
      Amore della verità.
     
      Il primo de' nostri doveri si è l'amore della verità, e la fede in essa.
      La verità è Dio. Amare Dio ed amare la verità sono la stessa còsa.
      Invigorisciti, o amico, a volere la verità, a non lasciarti abbagliare dalla falsa eloquènza di que' melanconici e rabbiosi sofisti che s'industriano a gettar dubbi sconfortanti sopra ogni còsa.
      La ragione a nulla sèrve, e anzi nuòce, quando si vòlge a combattere il vero, a screditarlo, a sostenere ignobili supposizioni; quando traèndo disperate conseguènze dai mali ond'è sparsa la vita, nega la vita èssere un bène; quando, annoveráti alcuni apparènti disordini nell'univèrso, non vuòle riconoscervi un ordine; quando, colpita dalla palpabilità e dalla mòrte de' còrpi, abbòrre dal credere un io tutto spirito e non mortale; quando chiama sogni le distinzioni tra vizio e virtù; quando vuòl vedere nell'uòmo una fièra e nulla di divino.


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Dei doveri dell'uomo
di Silvio Pellico
Casa Editrice Italiana Milano
1873 pagine 79

   





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