Non ti sgomentino nè i molti ipòcriti nè quei beffardi che avranno l'ardire di chiamarti ipòcrita perchè religioso. Senza fòrza d'animo non si possède alcuna virtù, non s'adempie alcun altro dovere: anche per èssere pio, bisogna non èssere pusillanime.
Meno ancòra ti sgomenti l'èssere associato, come cristiano, con molti volgari ingegni, poco atti a capire tutto il sublime della religione. Perchè anche il volgo può e dèbb'èssere religioso: non è vero che la religione sia una volgarità. L'ignorante pure è obbligato all'onestà; arrossirà perciò l'uomo colto d'èssere onèsto?
I tuòi studi e la tua religione t'hanno recato a conoscere non èsservi religione più pura del cristianesimo, più esènte d'errori, più splèndida di santità, più manifestamente il carattere di divina. Non havvene altra che abbia tanto influito ad avanzare e generalizzare l'incivilimento ed abolire o mitigare la schiavitù, a far sentire a tutti i mortali la loro fratellanza innanzi a Dio, la loro fratellanza con Dio stesso.
Poni mente a tutto ciò ed in particolare alla solidità delle sue pròve stòriche: queste sono tali da règgere ad ogni spassionato esame.
E per non andare illuso da sofismi contro il valore di quelle pròve, congiungi all'esame la rimembranza del gran numero d'uòmini sommi che perfètte le riconobbero, da alcuni dei robusti pensatori del nòstro tèmpo sino a Dante, sino a san Tomaso, sino a sant'Agostino, sino ai primi padri della Chièsa.
Ogni nazione t'òffre illustri nomi che nessun incrèdulo osa sprezzare.
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