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      Il cèlebre Bacone, tanto vantato dalla scuòla empirica, bèn lungi dall'èssere incredulo come i più caldi suòi panegiristi, si professò sèmpre cristiano. Cristiano èra Gròzio sebbène in alcune còse abbia errato, e scrisse un trattato Della verità della religione. Leibnizio fu uno dei più ardènti sostenitori del cristianesimo. Newton non si vergognò di comporre un trattato Sulla concordia dei vangèli. Locke scrisse Del cristianesimo ragionevole. Il nòstro Vòlta èra sommo fisico ed uòmo di vasta coltura, e fu tutta la vita virtuosissimo cattòlico. Siffatte menti e tante altre valgono cèrto alcun che per attestare il cristianesimo èssere in perfetta armonia col senno, con quel senno, cioè, ch'è molteplice nelle sue cognizioni e nelle sue ricerche, non ristretto, non unilatere, non pervertito dalla libidine dello scherno e della irreligione.
     
     
     
      CAPO QUARTO.
     
      Alcune citazioni.
     
      Fra gli uòmini rinomati nel mondo se ne annòverano alcuni irreligiosi, e non pòchi pièni d'errori o di inconseguènze in punto di fede. Ma che perciò? Tanto contro il cristianesimo in generale, quanto contro il cattolicismo, asserirono e nulla provarono; ed i principali tra loro non poterono evitare, in questa od in quella delle loro opère, di convenire della sapiènza di quella religione che odiavano, o che sì male eseguivano.
      Le seguenti citazioni, sebbène non abbiano più il prègio della novità, nulla pèrdono della loro importanza, e giova qui ripèterle:
      G. Giacomo Rousseau scrisse nel suo Emilio queste memorande parole:


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Dei doveri dell'uomo
di Silvio Pellico
Casa Editrice Italiana Milano
1873 pagine 79

   





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