Pagina (18/79)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Egli è l'unico filosofo, in cui non si scèrne la più piccola macchia; egli è la manifestazione pièna di Dio in un ènte della nòstra specie; egli è l'Uòmo-Dio.
      Chi ha nella mente sì degno mòdello con quanta riverènza non guarderà l'umanità? l'amore è sèmpre proporzionato alla stima. Per amar molto l'umanità, bisogna molto stimarla.
      Chi per lo contrario ha dell'uòmo un tipo meschino, ignòbile, incèrto; chi si compiace di considerare il genere umano qual gregge di astute e di sciòcche fière, nate a null'altro che cibarsi, procreare, agitarsi e tornar polvere; chi non vuòl vedere nulla di grande nell'incivilimento, nelle sciènze, nelle arti, nella ricerca della giustizia, nella incontentabile nostra tendènza al bèllo, al buòno, al divino, ah! qual ragione avrà costui di rispettare sinceramente il suo simile, d'amarlo, di spingerlo seco all'acquisto della virtù, d'immolarsi per giovargli?
      Ad amare l'umanità, è d'uòpo saper mirare, senza scandalezzarsi, le sue debolezze, i suòi vizi.
      Laddove la veggiamo ignorante, pensiamo quale alta facoltà dell'uòmo pur sia il potere uscire di tanta ignoranza, facèndo uso dell'intellètto. Pensiamo quale alta facoltà dell'uòmo pur sia il potere, anche in mezzo a molta ignoranza, praticare sublimi virtù sociali, il coraggio, la compassione, la gratitudine, la giustizia.
      Quegl'individui che mai non procèdono ad illuminarsi nè mai si danno a praticare la virtù sono individui, e non l'umanità. Se e quanto saranno scusabili, è nòto a Dio. Ci basti che non sarà dimandato conto ad alcuno, se non della somma che avrà ricevuto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Dei doveri dell'uomo
di Silvio Pellico
Casa Editrice Italiana Milano
1873 pagine 79

   





Dio Uòmo-Dio Dio