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      Chiamare accomunato egoismo questa simpatia e l'accordo degli interèssi fra i mèmbri d'un pòpolo sarèbbe quanto se la manía della satira volesse vilipèndere l'amor patèrno e l'amor filiale, dipingèndoli come una congiura tra ogni padre ed i figli suòi.
      Ricordiamoci sèmpre che la virtù è moltilatere; che dei sentimenti virtuosi non v'ha uno il quale non dèbba venir coltivato Può alcuno d'essi, diventando esclusivo, riuscire nocevole? Non divènti esclusivo, e non sarà nocevole. L'amore dell'umanità è egrègio, ma non dève vietare l'amore del luògo nativo; l'amore del luògo nativo è egrègio, ma non dève vietare l'amore dell'umanità.
      Obbròbrio all'anima vile che non applaude alla moltiplicità d'aspètti e di motivi che può prèndere fra gli uòmini il sacro istinto d'affratellarsi, di scambiarsi onore, aiuti e gentilezza!
      Due viaggiatori europèi s'incontrano in altra parte del globo; uno sarà nato a Torino, l'altro a Londra. Sono europèi; questa comunanza di nome costituisce un cèrto vincolo d'amore, un cèrto, dirèi quasi, patriotismo, e quindi una lodevole sollecitudine di prestarsi buòni uffici.
      Ècco altrove alcune persone che stèntano a capirsi; non parlano abitualmente la stessa lingua. Non credereste che potesse èsservi patriotismo fra loro. V'ingannate. Sono Svizzeri, questo di cantone italiano, quello di francese, quell'altro di tedesco. L'identità del legame politico che li protègge, supplisce alla mancanza d'una lingua comune, li affeziona, li fa contribuire con generosi sacrifizi al bène d'una patria che non è nazione.


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Dei doveri dell'uomo
di Silvio Pellico
Casa Editrice Italiana Milano
1873 pagine 79

   





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