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      Aspettare a mostrarsi cortese osservatore d'ogni piacevole riguardo fuòri di casa, e mancare intanto d'ossèquio e di soavità co' genitori, è irragionevolezza e colpa. I costumi bèlli vanno imparati assiduamente, e cominciano dal seno della famiglia.
      Che male èvvi, dicono taluni, di stare in tutta libertà coi parenti? Già sanno d'èssere amati da' figli, anche senza la smòrfia delle graziose esteriorità, anche senza obbligar questi a dissimulare le loro noie e le loro rabbiette.
      - Tu che brami di non riuscire volgare, non ragionar così. Che se stare in libertà vuol dire èsser villano, ella è villania; non v'è intrinsichezza di parentèla che la giustifichi.
      Quella mente che non ha il coraggio di faticare in casa, come fuòri di casa, per èssere gradevole altrui, per acquistare ogni virtù, per onorare l'uòmo in sè stesso, per onorare Dio nell'uomo, è mente pusillanime. A riposarsi dalla nòbile fatica d'èssere buòno, cortese, delicato, non v'è altro tèmpo che il sonno.
      L'amor filiale è un dovere non solo di gratitudine, ma d'impreteribile conveniènza. Nel caso raro che taluno abbia parènti poco benèvoli, poco in dritto d'esigere stima, il solo èssere quelli gli autori della sua vita dà loro una sì rispettabile qualità ch'ei non può senza infamia, non dirò vilipènderli, ma nè tampoco trattarli con noncuranza. In tal caso, i riguardi che userà loro saranno un maggior mèrito, ma non saranno meno un debito pagato alla natura, alla edificazione dei simili, alla pròpria dignità.
      Tristo è colui che si fa censore sevèro di qualche difètto de' suòi genitori!


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Dei doveri dell'uomo
di Silvio Pellico
Casa Editrice Italiana Milano
1873 pagine 79

   





Dio