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      Una vita passata in viaggi fa conoscere molti òspiti e pòchi amici. Così è di que' precipitosi lettori che, senza predilezione per alcun libro, ne divorano infiniti."
      Qualunque sia lo studio cui maggiormente t'affezionerai, guárdati da un vizio assai comune: quello di divenire tale esclusivo ammiratore della tua sciènza che tu sprègi quelle sciènze alle quali non hai potuto applicarti.
      Le triviali burbanze di cèrti poèti contro la pròsa, di cèrti prosatori contro la poesia, de' naturalisti contro i metafisici, de' matematici contro i non matematici, e viceversa, sono puerilità. Tutte le sciènze, tutte le arti, tutti i mòdi di trovare e far sentire il vero ed il bèllo hanno diritto all'omaggio della società e primamente dell'uòmo colto.
      Non è vero che sciènze esatte e poesia s'escludano. Buffon fu grande naturalista, ed il suo stile splènde animato da stupèndo colore poetico. Mascheroni èra buòn poèta e buòn matematico.
      Coltivando poesia ed altre sciènze del bèllo, bada a non tòrre al tuo intellètto la capacità di posarsi freddamente sopra còmputi o lògiche meditazioni. Se l'aquila dicesse: "Mia natura è di volare, non pòsso considerare le còse se non volano", sarebbe ridicola. Ne può benissimo considerare tante con le ale chiuse.
      Così all'opposto la freddezza che da te chièdono gli studi d'osservazione non ti avvezzi a credere, èssere perfètto l'uòmo quand'ha smorzato in sè ogni luce della fantasia, quando ha ucciso il sentimento poètico. Questo sentimento, se è bèn regolato, invece d'indebolire le ragione, in certi casi la rinfòrza.


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Dei doveri dell'uomo
di Silvio Pellico
Casa Editrice Italiana Milano
1873 pagine 79