- Ei raccòglie tutti i fatti che disonorano il celibato, il matrimònio, la paternità, la maternità, lo stato di figlio, di consanguineo, d'amico, e grida con infame tripudio: -
Ho scopèrto essere tutto egoismo, impostura, furore di sènsi, disamore e disprèzzo reciproco!"
Frutti di questa infernale e bugiarda sapiènza sono appunto egoismo, impostura, furore di sènsi; disamore e disprèzzo reciproco.
Come mai il gènio turpe della volgarità, ch'è dissacratore d'ogni egrègia cosa, non sarèbbe supremamente nemico delle virtù della dònna ed ansio d'avvilirla?
In tutti i sècoli ei s'è sbracciato a dipingerla abbiètta, a non riconoscere in lèi se non invidie, artifizii, incostanze, vanità; a negarle il sacro fuòco dell'amicizia e l'incorruttibilità dell'amore. Ogni dònna di qualche prègio fu considerata un'eccezione.
Ma le tendènze generose dell'umanità protèssero la dònna. Il cristianesimo la rialzò, vietando la poligamia e gli amori inonèsti, ed offerèndo, dopo l'uòmo-Dio, per prima creatura umana, superiore a tutti i santi ed agli angioli stessi, una dònna!
La società modèrna sentì l'influsso di questo spirito di gentilezza. In mèzzo alla barbarie, la cavalleria fu abbellita dal culto elegante dell'amore; e noi cristiani inciviliti, noi figli della cavalleria, non teniamo per educato se non l'uòmo che onora il sèsso della mansuetudine, delle casalinghe virtù e delle grazie.
Nondimeno l'antico avversario dei nòbili affetti e della dònna è rimasto nel mondo. Ed avesse pur seguaci le sole menti non dirozzate, i soli infimi ingegni! ma deprava talvòlta ingegni splendidi, e sèmpre questa depravazione avviène laddove cèssa religione, sola santificatrice dell'uòmo.
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