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      Ogni uòmo dèe nutrirlo, volgèndolo vèrso tutti i fanciulli, vèrso tutti i giovani.
      Guarda con qualche amore quella parte novèlla della società, guardala con grande riverenza.
      Ognuno che sprèzzi o addolori ingiustamente l'infanzia, se non è pervèrso, lo divènta. L'uomo non attentissimo a rispettare l'innocenza d'un bambino, a non insegnargli il male, a vegliare ch'altri non gliel'insegni, a procacciare che s'infiammi di solo amore per la virtù, può essere la causa che quel bambino diverrà un mostro. Ma perchè sostituire men valide paròle a quelle terribili e santissime pronunciate dall'adorabile amico de' fanciulli, il Redentore? - "Chi riceve, dic'egli, un pargolo tale in nome mio, riceve me. Ma chi avrà scandalezzato uno di questi piccioletti che in me credono, sarebbe mèglio che gli fosse stata appesa una màcina al collo e fosse stato gettato nel profondo del mare!"
      Coloro che ti sono di non pòchi anni minore d'età, coloro sui quali per tal ragione il tuo esèmpio e la tua voce pòssono èssere autorevoli, considerali tutti come figliuòli; trattali con quel misto d'indulgenza e di zelo ch'è atto ad allontanarli dal male ed a spronarli al bène.
      L'infanzia è di natura imitatrice; se gli adulti che circondano un fanciullo sono pii, dignitosi, amabili, il fanciullo si invaghirà d'èsser tale e tal sarà. Se gli adulti sono irreligiosi, abbiètti, malèvoli, il fanciullo sarà pessimo come loro.
      Anche co' bambini e co' giovanetti che non vedi di frequènte ed a' quali forse avrai solo occasione di parlare una vòlta nella vita mòstrati buòno; di' loro, se t'occorre, una paròla feconda di virtù. Quella paròla tua, quel tuo onèsto sguardo potrà ritrarli da un pensièro basso, potrà invogliarli di meritare la stima degli uòmini dabbène.


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Dei doveri dell'uomo
di Silvio Pellico
Casa Editrice Italiana Milano
1873 pagine 79

   





Redentore