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      Se un giovine di bèlle speranze pone in te la sua fiducia, siigli generoso amico, soccorrigli con rètti e forti consigli, non adularlo mai, applaudi sì alle sue lodevoli azioni, ma ritiralo con vigoroso biasimo dalle indegne.
      Se vedi un giovine vòlgere al vizio, quando pure tu non avessi intrinsichezza con lui, non isdegnare, ove tu n'abbia l'opportunità, di pòrgergli la mano per salvarlo. Talvolta quel giovine che prènde la malvagia strada non abbisognerebbe che d'un grido, d'un cenno per vergognarsene e retrocèdere alla strada buòna.
      Qual sarà l'educazione morale da darsi ai figli tuoi? Noi capiresti, se non l'acquisti egrègia tu medesimo. Acquistala, e la darai eguale.
     
     
     
      CAPO VIGESIMOQUINTO.
     
      Delle ricchezze.
     
      Religione e filosofia lòdano la povertà quand'è virtuosa, e l'antepongono grandemente all'irrequieto amore delle ricchezze. Nondimeno concèdono potere un uòmo èsser ricco ed avere egual mèrito di quegli òttimi che sono pòveri.
      Non abbisogna per ciò se non ch'ei non sia schiavo delle sue ricchezze; ch'ei non le procacci nè le conservi per farne mal uso; ch'egli anzi null'altro vòglia, fuorchè farne uso giovevole a' suòi simili.
      Onore a tutte le onèste condizioni umane e quindi ai ricchi! - purchè rivòlgano la loro prosperità a benefizio di molti: purchè i godimenti ed il fasto non li facciano pigri e supèrbi.
      Tu verisimilmente rimarrai nella sòrte in cui nascesti: funge dalla grande opulènza come dalla povertà. Non appiglisi mai a te quel basso òdio che rode sovènte i meno ricchi ed i pòveri vèrso i più ricchi.


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Dei doveri dell'uomo
di Silvio Pellico
Casa Editrice Italiana Milano
1873 pagine 79