O quanto è bèllo e consolante questo trionfo! Quanto supera in grandezza tutte le orribili vittòrie della vendetta!
E se un offensore da te perdonato fosse irreconciliabile e vivesse e morisse insultandoti, che hai tu perduto coll'èssere buòno? Non hai tu acquistato la maggiore delle gioie, quella di serbarti magnanimo?
CAPO TRIGESIMOPRIMO.
Coraggio.
Coraggio sèmpre! senza questa condizione, non vi è virtù. Coraggio per vincere il tuo egoismo e diventar benèfico; coraggio per vincere la tua pigrizia e proseguire in tutti gli studi onorevoli; coraggio per difèndere la patria e protèggere in ogni incontro il tuo simile; coraggio per resistere al mal esèmpio ed alla ingiusta derisione; coraggio per patire e malattie e stènti ed angòsce d'ogni spècie senza codardi lamenti; coraggio per anelare ad una perfezione cui non è possibile giungere sulla tèrra, ma alla quale se non aneliamo, secondo il sublime cenno del Vangèlo perderemo ogni nobiltà.
Per quanto ti sia caro il tuo patrimonio, l'onore, la vita, sii pronto ognora a sacrificar tutto al dovere, se tai sacrifizii egli esigesse. O questa abnegazione di sè, questa rinunzia ad ogni bène terrèstre piuttosto che mantenerlo al patto d'èssere iniquo; o l'uòmo non solo non è un eròe, ma può cangiarsi in mostro! Nemo enim justus esse potest qui mortem, qui dolorem, qui exilium, qui egestatem timet, aut qui ea quæ his sunt contraria æquitati anteponit (Cic. De Off. l. II, c. 9).
Vivere col cuòre distaccato dalle prosperità caduche sembra a taluni un'intimazione tròppo selvaggia ed ineseguibile.
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Vangèlo Cic Off
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