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      L'uffiziale di gendarmeria che dee condurlo a' confini di Romagna, è giunto; bisogna partire; non sappiamo quasi che dirci; un amplesso, un bacio, un amplesso ancora. - Montò in carrozza, disparve; io restai come annichilato.
      Tornai nella mia stanza, mi gettai in ginocchio, e pregai per quel misero mutilato, diviso dal suo amico, e proruppi in lagrime ed in singhiozzi.
      Conobbi molti uomini egregi, ma nessuno più affettuosamente socievole di Maroncelli, nessuno più educato a tutti i riguardi della gentilezza, più esente da accessi di selvaticume, più costantemente memore che la virtù si compone di continui esercizi di tolleranza, di generosità e di senno. Oh mio socio di tanti anni di dolore, il Cielo ti benedica ovunque tu respiri, e ti dia amici che m'agguaglino in amore e mi superino in bontà!
     
      CAPO XCV
     
      Partimmo la stessa mattina da Mantova per Brescia. Qui fu lasciato libero l'altro concaptivo, Andrea Tonelli. Quest'infelice seppe ivi d'aver perduta la madre, e le desolate sue lagrime mi straziarono il cuore.
      Benché angosciatissimo qual io m'era per tante cagioni, il seguente caso mi fece alquanto ridere.
      Sopra una tavola della locanda v'era un annuncio teatrale. Prendo, e leggo: "Francesca da Rimini, opera per musica, ecc.".
      Di chi è quest'opera?
      dico al cameriere.
      Chi l'abbia messa in versi e chi in musica, nol so,
      risponde. "Ma insomma è sempre quella Francesca da Rimini, che tutti conoscono."
      Tutti? V'ingannate. Io che vengo di Germania, che cosa ho da sapere delle vostre Francesche?


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Le mie prigioni
di Silvio Pellico
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