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      Ah, benché io ami tutte le nazioni, Dio sa quanto io prediliga l'Italia, e bench'io sia così invaghito dell'Italia, Dio sa quanto più dolce d'ogni altro nome d'italico paese mi sia il nome del Piemonte, del paese de' miei padri!
     
      CAPO XCIX
     
      Dirimpetto a Buffalora è San Martino. Qui il brigadiere lombardo parlò a' carabinieri piemontesi, indi mi salutò e ripassò il ponte.
      Andiamo a Novara
      dissi al vetturino.
      Abbia la bontà d'aspettare un momentodisse un carabiniere.
      Vidi ch'io non era ancor libero, e me n'afflissi, temendo che avesse ad esser ritardato il mio arrivo alla casa paterna.
      Dopo più d'un quarto d'ora comparve un signore che mi chiese il permesso di venire a Novara con me. Un'altra occasione gli era mancata; or non v'era altro legno che il mio, egli era ben felice ch'io gli concedessi di profittarne, ecc. ecc.
      Questo carabiniere travestito era d'amabile umore, e mi tenne buona compagnia sino a Novara. Giunti in questa città, fingendo di voler che smontassimo ad un albergo fece andare il legno nella caserma dei carabinieri, e qui mi fu detto esservi un letto per me nella camera di un brigadiere, e dover aspettare gli ordini superiori.
      Io pensava di poter partire il dì seguente; mi posi a letto, e dopo aver chiacchierato alquanto coll'ospite brigadiere m'addormentai profondamente. Da lungo tempo non avea più dormito così bene.
      Mi svegliai verso il mattino, m'alzai presto, e le prime ore mi sembrarono lunghe. Feci colezione, chiacchierai, passeggiai in istanza e sulla loggia, diedi un'occhiata ai libri dell'ospite; finalmente mi s'annuncia una visita.


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Le mie prigioni
di Silvio Pellico
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