Il benigno lettore gradirà con indulgenza questa confessione: ho argomento di sperarlo, sapendo che altra volta già m'è stato generalmente perdonato il rappresentare con tutta fiducia l'interno dell'anima mia.
AL MARCHESE
TANCREDI FALLETTI DI BAROLO
ED ALLA MARCHESA
GIULIETTA NATA COLBERT
SUA CONSORTE
OMAGGIO DELL'AUTORE.
LA MIA GIOVENTÙ.
Cor mundum crea in me, Deus.
(Ps. 50).
Lamento sui fuggiti anni primieri,
Che fecondi di speme Iddio mi dava,
E di ricchi d'amore alti pensieri!
Tra giubili ed affanni io m'agitava,
Ed incessanti studi, e bramosiaDi sollevarmi dalla turba ignava;
E spesso dentro al cor parola udìaChe diceami dell'uom sublimi cose,
Tali che d'esser uomo insuperbìa.
Pupille aver credea sì generoseIl mio intelletto, che dovesser tutte
Schiudersi a lui le verità nascose;
E di ragion nelle più forti lutteIo mi scagliava indomito; sognante
Che sempre indagin lumi eccelsi frutte.
Quella vita arditissima ed amanteDi scïenza e di gloria e di giustizia
Alzarmi imprometteva a gioie sante.
Nè sol fremeva dell'altrui nequizia,
Ma quando reo me stesso io discopriva,
L'ore mi s'avvolgean d'onta e mestizia.
Poi dal perturbamento io risalívaA proposti elevati ed a preghiere,
Me concitando a carità più viva.
Perocchè m'avvedea ch'uom possedereStima non può di se medesmo e pace,
S'ei non calca del Bel le vie sincere.
Ma allor che fulger più parea la faceDi mia virtù, vi si mescea repente
D'innato orgoglio il lucicar fallace.
E allor Dio si scostava da mia mente,
E a gravi rischi mi traea baldanza,
Ed infelice er'io novellamente.
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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Deus Iddio Bel Dio
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