Perchè ne' dì lunghissimi che assortiVissi in prigion, mi sfavillò sì grande
La dolce carità de' tuoi conforti?
Perchè tratto m'hai poscia infra ammirandeAnime care, ond'una al guardo mio
Raggi con te di Paradiso espande?
Perchè in me suscitasti alto desìoD'obbedire a quell'una, e perchè festi
Ch'ella a me dir curasse: "Amiamo Iddio"?
Grazie, grazie, Angiol mio, de' manifestiSegni di fratellanza! ah sì, tu m'ami!
Tu vuoi condurmi a giubili celesti!
Tu in guise inenarrabili mi chiami,
Per me paventi della colpa i lutti,
E mi sveli d'inferno i lacci infami.
Salve, bell'Angiol mio! salvete tutti,
Angioli tutelanti l'universo,
Perch'egli a Dio suprema gloria frutti!
Quanti siete v'imploro, a fin che immersoNon vada alcun d'infra gli amati miei
Nella voragin dello stuol perverso!
E te precipuo invoco, Angiol, che seiProtettor delle belle Itale rive,
Difendi il popol mio da influssi rei!
Tuoni del Campidoglio in sul decliveSì possente la voce della Chiesa,
Che salvatrice a tutte genti arrive!
E la face crudel della contesaFra le varie contrade Itale spegni,
E ferva ognuna al comun bene intesa!
E dell'alma Penisola i bei regniDi dura signoria non giaccian preda,
Ne' di plebei sovvertitori ingegni!
Ad ogni alta virtù l'Italo creda!
Ogni grazia da Dio l'Italo speri!
E credendo e sperando ami, e proceda
Alla conquista degli eterni veri.
LE CHIESE.
Altaria tua! Domine virtutum.
(Ps. 83, p. 4).
Oh di preghiera e verità e confortoE sublimi pensieri amate case,
Case di Dio! sin da' primi anni a voiCon rispettosa tenerezza il guardo
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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