Lo Spirto Santo e la percossa, dondeL'alma a patir per nobil opre è eletta.
All'unzïone, al tocco, alle profondeDel Vescovo parole, il giovin core
Con proposti magnanimi risponde.
Mai paventato non avea il Signore,
Come il paventa in quest'istante, e maiNon avea per Lui tanto arso d'amore!
Nessun dica al fanciul: "Tu obblïeraiQuesto gran dì": più non possibil crede
Volgere a colpa affascinati i rai:
Trasmutato a quel rito in uom si vede;
Sdegna le vanità, sdegna i piaceri;
Più non vuol che Speranza e Amore e Fede,
E benefici, puri, alti pensieri,
E studi gravi, e faticante vitaPe' divini del Golgota sentieri!
Ah! benchè poi dopo cotanto arditaDolce fidanza, a tempo non lontano
Trascorra ov'a lui d'uopo è nova aïta,
Al Crisma santo ei no, non mosse invano:
Però che in lui ritorna con possanzaQuesta voce secreta: "Io son cristiano"!
E ripiglia la Croce, e al ciel s'avanza.
A me quella secreta, amabil vocePiù nella giovinezza non diè posa,
Sì che sovente alla gettata Croce
Rivolsi la pupilla timorosa;
E sebben mi paresse incarco atroce,
La riportai con esultanza ascosa,
Rammentando mia infanzia, quella Chiesa,
E quel Crisma, e la possa indi in me scesa.
E qual fu lo splendor d'un altro giorno:
Il giorno in cui di sè nutrimmi Iddio!
Ah! non in tempio di gran pompa adornoTrarre allor mi fu dato al festin pio:
Genitori e fratei piangeanmi intorno,
E venne il Pan celeste al letto mio!
E l'accolsi agognando inclita sorteDopo la sovrastante ora di morte
Ma l'offerta ch'io pronto a Dio porgea,
Non fu accettata, e lunghi dì ancor vissi!
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Poesie inedite
di Silvio Pellico
Tipografia Chirio e Mina Torino 1837
pagine 291 |
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